18 aprile 2009

Letteratura nel quadrante 4

OROLOGI PARLANTI

Chi lo direbbe? Tra gli oggetti dè miei innamoramenti, c'è anche un orologio. Pur nella solitùdine ebbi istanti ancora più solitari. Anche il deserto contiene stese di maggiore desolazione, dove traccia non scorgi di carovana e di belve, orme ed ossa. Studente in una città, nella quale non conoscevo persona e non osavo conòscerne, passavo intere giornate senza uscire di càmera, senza staccarmi dal tàvolo. Per vedere qualcuno, per avere una parola altrùi dovevo farmi malato e mandare pel mèdico. Bisognoso allora di un cuore che al mio si accompagnasse né decidèndosi esso a venire a mè dalla cappa del fumo o dal buco della serratura, lo trovài nell'orologio a pèndolo del caminetto, un orologio napoleònico dal vibrato tic-tac.
E il monòtono monosillàbico bàttito prese tosto modulazioni di lingua.
Era una voce che mi diceva continuamente quanto io bramava di udire "ti amo, ti amo".
E da quell'ora non fui più solo.

CARLO DOSSI, Amori, pag 23, Adelphi

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