15 aprile 2009

Letteratura nel quadrante 3

REGOLARE L'ORA SULL'OROLOGIO ALTRUI

"L'ora esatta? Buon Dio, amico mio, ma perché insisti? Uno penserebbe che... Ma no, che cos'importa; sarà certamente ora di andare a letto -non ti basta così? Comunque, ecco, se devi rimettere l'orologio, prendi il mio e controlla da solo." E con ciò staccò l'orologio - un orologio di vecchia foggia, straordinariamente pesante - dalla catena, e me lo diede; poi si girò, e attraversando la stanza andò presso la libreria e cominciò ad esaminare i titoli dei libri su uno degli scaffali. L'agitazione a cui era in preda e la sua palese angustia mi sorpresero; sembravano immotivate. Avendo rimesso il mio orologio con il suo, mi avvicinai anch'io alla libreria e gli dissi, "Grazie." [...]
Richiuse l'astuccio con un colpo secco e si rimise l'orologio in tasca. Mi guardò e tentò di sorridermi, ma il suo labbro inferiore tremava e pareva non gli riuscisse di chiuder la bocca. Anche le sue mani tremavano, e lui le infilò, serrate a pugno, nelle tasche della giacca.
Lo spirito audace stava palesemente lottando per sottomettere il corpo pusillanime. Lo sforzo era troppo arduo; cominciò ad oscillare da parte a parte, come in preda alle vertigini, e prima che potessi balzare dalla mia sedia per sostenerlo, le sue ginocchia non ressero ed egli ricadde goffamente in avanti e si abbattè al suolo, a faccia in giù. Io mi lanciai in suo soccorso perché potesse rialzarsi; ma quando John Bartine si leverà noi tutti ci leveremo."

AMBROSE BIERCE L'orologio di John Bartine,
Racconti neri Bompiani.

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