8 ottobre 2009

Al Sultano Cheelì - 10

La lite tra Sulpa e Corenti

Corenti pure salutava, girandosi continuamente a guardare verso la casa che rimpiccioliva dietro di noi. Aveva l'aria commossa dell'uomo stanco che è stato tra le braccia di una donna per lungo tempo.
“Queste vedove...” sospirò .
“Ah, era una vedova?”
“Diciamo vedova, ma non so se il marito sia morto. Però è come se lo fosse.”
“Allora perché la chiami così?” chiese Sulpa.
“Sono tre mesi che il marito non c'è. Lei stessa mi ha raccontato la sua sua triste storia. Amici, non vi nascondo che ho stentato a trattenere le mie lacrime.”
“Sei troppo sensibile, si vede da come ti comporti” disse Sulpa guardandomi significativamente.
Sorrisi. Ma non sorrise Corenti, anzi sembrò piccato a quelle parole.
“Che vuoi dire?”
“Ma come, ti porti a letto una donna e ti commuovi per il marito?”
“L'hai detto tu stesso che sono troppo sensibile. E poi – disse Corenti melodrammatico – è stato proprio un lampo d'amore.”
Non potemmo fare a meno di ridere. E ridemmo ancora di più quando Sulpa cominciò una pantomima spassosa di Corenti e la vedova che copulavano sfrenatamente. Sulpa impersonava Corenti e un albero di pere era nei panni della donna. Mente lui le diceva “Amore, sì, sì.. parlami di tuo marito” l'albero si scuoteva facendo cadere qualche frutticino maturo.
Corenti se la prese proprio a male. In un attimo fu addosso a Sulpa ingiuriandolo e battendolo con un pezzo di legno che gli era capitato a portata di mano. E mentre uno diceva “Che ne sai tu dell'amore?” l'altro, tra un cazzotto e uno spintone, gli diceva semplicemente “Sei un ipocrita porco.”
Riuscii a dividerli prima che si rompessero le corna tutti e due.
Affannavano seduti nella polvere che avevano alzato nella lotta.
“Direi che basta così – dissi – non dimenticate che questo non è un viaggio di piacere e vi siete offerti per aiutarmi. Alzatevi e andiamo.”
Allora Corenti disse: “Dobbiamo fare attenzione ai combattenti o prenderanno anche noi.”
“Ma di che diavolo parli?”
“La vedova mi ha detto che il marito è stato rapito. Una mattina sono arrivati in sei, a cavallo e armati. Hanno fatto uscire dalla stalla il povero Matierni, il marito della vedova. Gli hanno legato le mani prima che potesse afferrare un'accetta e lo hanno portato via. Matierni diceva di non aver fatto nulla, che era un semplice contadino e che obbediva alle leggi. Implorava di lasciarlo andare mentre la vedova straziata cercava di fermare il cavallo di quello che sembrava il capo della banda. Ma niente. I bambini piangevano e strillavano. L'hanno portato via lasciando l'inconsolabile donna da sola.”
“Be', inconsolabile è una parola grossa” interruppe Sulpa ma Corenti fece finta di non aver sentito.
“In questa zona girano uomini armati che catturano gli uomini e li portano via. Si dice che ci sia una specie di esercito fatto di questi rapiti. Il caso della vedova non è l'unico da queste parti. ”
“Allora è proprio il paese che fa per te” disse Sulpa. Questa volta Corenti gli tirò una pietra senza colpirlo e per fortuna la mischia non si riaccese.
“Sta accadendo qualcosa di grosso in tutta l'isola, credo” concluse Corenti.
“Ma sono anni che non si parla più di briganti.”
“Non si tratta di briganti, è evidente. Quelli rapivano gli uomini per avere denaro. Da quello che si sente dire, qui si tratta d'altro, sono uomini che vengono portati via per formare una specie di esercito o qualcosa del genere.”
Mettendo in mostra la mazza con lo stendardo dissi che se ci fosse stata una guerra in atto tu, mio Sultano, avresti certo mandato un dispaccio per informarne i tuoi servitori fedeli. E' vero che sono quasi due anni che nessun dispaccio di nessun genere ha raggiunto il governatorato di Colanskji. E' ancora più vero che nei nostri piccoli villaggi dell'interno le notizie arrivano sempre dopo, ma una cosa così grossa l'avremmo dovuta sapere anche noi, che diavolo! In occasione delle guerre non è mancato uomo fedele ai tuoi ordini anche a Colanskji. Lo stesso Sulpa ha combattuto la guerra delle Due Riviere.
Ma se c'è chi rapisce gli uomini abili alla guerra, come faremo a trovare uomini per lavorare la terra?
Intanto s'era fatto tardi. Calato il sole s'erano accesi i grilli. Nel cielo su cui si stende il tuo giusto governo, ogni stella aveva qualcosa da dire. Decisi di proseguire per almeno un'ora. Avremmo messo tra noi e la vedova una distanza sufficiente a scoraggiare la vocazione consolatoria di Corenti. Finalmente ci stendemmo in un campo per dormire.