29 settembre 2009

Al Sultano Cheelì - 7

Via dalle donne

Chi guarirà l'uomo dai dolori che una donna, anche qualsiasi, può infliggergli? Per quanto ci fossimo fatti coraggio tra noi mostrandoci sprezzanti e indifferenti, le parole della Gagliova battevano ancora nelle nostre orecchie e picchiavano sul nostro amor proprio ancora con più forza.
Incamminati sulla strada maestra, ce ne andavamo in fila silenziosamente tirando di tanto in tanto qualche calcio alle pietre, come muli insoddisfatti che portano un peso non appropriato alle loro forze.
Mi sono spesso chiesto, mio Sultano, quale sia l'aria e la luce del giorno che possano cancellare del tutto i segni di una notte con una donna. La giornata che avevamo davanti era impastata di bel tempo, il vento aveva tirato via dal cielo ogni nuvola. Un poco di pioggia aveva smaltato foglie e tronchi degli alberi. Era solo colore, quell'acqua non era certo abbastanza per irrigare la terra e adesso che il sole era ricomparso forse avrebbe solo steso un altro velo di arsura sul terreno.

Corenti fu il primo a spezzare le parole del nostro disappunto. “Che cosa vuol dire che uno ha la miccia corta? Quella strega ha detto che Sulpa ha la miccia corta e la polvere bagnata.”
“Veramente si riferiva a te, Corenti. Non cambiare le carte in tavola”, ha puntualizzato Sulpa.
“Ma che dici, mentitore? Credi di poter fare carrozzine fasulle anche con le parole?”
Da qui in poi, mio Sultano, il discorso si è fatto troppo acceso e poco adatto alle tue orecchie che sono abituate a ben altro. Io stesso ho tralasciato di seguirle. Mi sono invece messo qualche metro più avanti per non sentire. Ero infastidito dalla lite verbale di Corenti e Sulpa, ma avevo in mente altro. Dove avremmo trovato uomini per lavorare le terre di Colanskji? Chi mai ci avrebbe aiutato?

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