1 maggio 2009

Letteratura nel quadrante 9

I cinesi vedon l'ora nell'occhio dei gatti. Un giorno un missionario, mentre passeggiava nei sobborghi di Nanchino, s'accorse d'aver dimenticato l'orologio, e chiese ad un ragazzino che ora fosse.
Il monello del celeste impero stette in forse sulle prime, poi si riprese rispondendo: << Glielo dico subito>>. Poco stette, e riapparve con un gattone fra
le braccia e, guardandolo, come dir si suole, nel bianco degli occhi, affermò
senza incertezze:<< Manca poco a mezzogiorno>>. Ed era vero.
Per me s'io mi chino verso la bella Felina, la tanto ben chiamata, onor del suo sesso, orgoglio del mio cuore e insieme profumo dello spirito mio, sia notte, sia giorno, in piena luce e nell'ombra opaca, giù negli occhi adorabili io vedo sempre l'ora precisa, sempre uguale> ora vasta, solenne, grande come lo spazio, senza
divisione di minuti, né primi né secondi,- ora immobile che non segnano orologi, e pur leggiera come un sospiro, rapida come un'occhiata.
E se qualche importuno venisse a disturbarmi allor che riposo gli sguardi in cotal delizioso quadrante, se qualche Genio disonesto e intollerante, qualche demonio del contrattempo venisse a dirmi: <>. <> gli risponderei risoluto <>.
Nevvero, signora, che il madrigale è veramente meritorio, ed enfatico tanto quanto voi? In verità, mi ha mi ha dato tanto gusto il ricamo di questa pretensiosa galanteria, che non vi chiederò nulla in compenso.

CHARLES BAUDELAIRE, Lo Spleen di Parigi

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